Laura Ferretti
PAINTER
XII STAZIONE – MORTE DI GESÙ (EUTANASIA) I pii israeliti hanno condannato a morte Gesù poiché “bestemmiava” sostenendo di essere il Figlio di Dio e, dunque, Dio Egli stesso. L’uomo di oggi ha deciso di poter fare a meno di Dio nella sua vita. Anzi vuole sostituirsi a Lui, vuole “legalmente” essere artefice della vita e della morte. L’eugenetica, i laboratori per creare bambini in provetta, ma anche l’aborto, gli esperimenti con gli embrioni. Ed in fine l’eutanasia. Già la “dolce” morte che rende possibile l’eliminazione di un essere umano. La sofferenza perde il suo valore salvifico e si fa alibi di morte. La morte di Gesù è fonte di salvezza. L’eutanasia di perdizione. Staccare una spina è diabolicamente semplice. Speriamo però che, aldilà di tutto, la mano si ritragga e la spina rimanga al suo posto. Solo Dio sa quando è il momento per nascere e per morire.
Gesù è stato lasciato morire. Il tema dell’eutanasia è così scottante e controverso, coinvolgente, provocatorio che è meglio non sfiorarlo, lasciando la più ampia libertà…di pensiero. L’artista ne ha fermato, forse per esperienza personale, una delle fasi più note e più comuni, conosciute e sopportate, superate e segnate dal … miracolo. Un paziente in rianimazione tra le apparecchiature salva-vita. Medici, paramedici, parenti oltre la tenda, in attesa. Ci si da fare per la partenza del corpo o dell’anima? Io non me ne sono reso conto, allora. Ora, penso, che la partenza dell’anima che si trova di fronte a Dio e che prende finalmente coscienza dell’entità dell’Io umano e dell’anima del mondo, del parallelismo esteriorità del corpo e interiorità dello spirito, dell’unità dell’io e del non io, sia rimasta in solitaria e incosciente purezza, in mancanza di consapevolezza delle proprie azioni. La scena più vera di così non poteva essere, compresa la sovrastante presenza di Cristo: l’ultima speranza. La fede assiste. La coscienza (singola e collettiva), la mente, il cuore, la politica, gli opportunismi si sono emarginati nella scelta. Come Pilato. Non scegliere la morte, oppure l’incapacità di vivere la morte. Gesù ha scelto e ha portato con Sé quest’ultima responsabilità. Il sensibile e flessibile linguaggio figurativo e le colorite varianti polarizzano in senso tonale l’accadimento. Le stesure affrontano il contrasto di una gravezza senza dramma apparente. Lo sfondo si trasforma, con i particolari, in agente spaziale e in dispositivo prospettico che rinviano alle certezze e alle convinzioni dell’osservatore, senza ulteriori implicazioni. La mano, in basso a destra, nella luce fredda, è pronta ad accogliere: tutto vi si può innestare. Spirito e ideologia. Quel caso? No, quella persona!
L’OPERA VISTA DA DON RINALDO
Don Rinaldo GUSSO
Prof. Giulio GASPAROTTI